ANGELI CHE VOLANO

Finalmente un calendario inusuale, che emoziona e aiuta a riflettere! Me l’ha portato una mia amica che ha lavorato alla sua realizzazione.
C’è qualcosa di molto speciale che distingue questo “Calendario”per essere in scena dai tanti in circolazione in questo periodo: veri protagonisti delle immagini, insieme ai giovani della scuola di danza del Teatro dell’Opera, sono i ragazzi disabili del centro “La coperta di Linus”.

Il loro sogno era capire come si fa a diventare “angeli che volano”. Abbiamo deciso di realizzare questo sogno – mi ha detto la mia amica ed è stata una magia per tutti.
Il calendario è un modo per raccontare a chi non ha avuto la fortuna di vivere l’emozione di quella giornata come si possa essere diversi senza per questo essere esclusi dal mondo.
Le sue parole e quelle fotografie, piene di energia e di poesia, mi hanno toccata.

Ho pensato a quanto possano essere pesanti i tantissimi ostacoli che questi ragazzi incontrano nella vita quotidiana.
Scale, gradini, barriere di ogni tipo, psicologiche e fisiche.
Mi sono venute in mente le tante stazioni ferroviarie, non solo quelle piccole ma anche di grandi città, dove non ci sono passaggi agevolati per disabili né scale mobili e dove è complicato muoversi anche per gli anziani o donne con valige e pacchi.
Ho ricordato anche tante storie di classi scolastiche in cui bambini portatori di handicap passano le ore quasi abbandonati a sé stessi, perché gli insegnanti di sostegno sono pochi e gli altri non sanno bene come comportarsi.
E poi ho cercato di immaginare le tantissime difficoltà per i genitori, che amano i figli con handicap forse con ancora più amore di quanto sarebbero capaci nei confronti di un figlio “normale”.

Due concetti mi sono stati più chiari: la qualità della vita è un bene che spetta a chiunque e il superamento delle difficoltà di alcuni diventa un patrimonio per tutti noi.
Come non accorgersi che dall’incontro tra le diversità e le differenti capacità arriva sempre una possibilità di arricchimento reciproco e non un’occasione di emarginazione?
Nel calendario, sotto la fotografia del mese di gennaio ci sono le parole di Adriana, costretta su una sedia a rotelle: Mi sono sentita fantastica. Nella foto con i ballerini che ballavano io sono ridente.
Mi sono emozionata. Stavo dritta come una bambola di cera.
Mi sono sentita bruciare dentro a vedere i ballerini danzare.
E’ stata come una favola che ti fa sentire vellutata e radiosa.
Ho guardato la mia amica e ho capito: si può guardare l’handicap senza pena e compassione, ma con il sorriso e l’ammirazione verso chi lo vive con tanto coraggio.

Basta avvicinarsi con disponibilità e attenzione per accorgersi che spesso l’handicap, insieme al disagio, porta con sé una realtà vera, anche se diversa da quella che pensiamo sia l’unica.
E’ un mondo straordinario, ricchissimo, fatto di una smisurata capacità d’amare, di un’infinita sensibilità, di piccoli sguardi che vanno oltre il modo di vedere comune. Sembra un mondo fantastico, sospeso tra verità e immaginazione…
Cambiare atteggiamento e abolire gli schemi che siamo abituati a usare è il minimo che si possa fare. E accorgersi che le vere barriere, quelle più dannose, sono nella nostra mente!