Due grandi occhi neri mi guardano dietro sbarre di ferro arrugginite. Cerco di infilare la mano tra le sbarre per regalarle una carezza.
Il suo pelo è morbido, caldo.
Con infinita dolcezza mi offre baci tra le dita.
Mi chino alla sua altezza e sono di fronte a lei, muso contro viso.
La sua dignità è struggente: sa che dovrà morire ma lo farà in silenzio senza troppi guaiti.
In fondo non è sola, il canile è pieno!
E’ cominciata cosi la mia vita con Fortuna.
Si perché salvandola dal canile mi sembrava normale affidarle questo nome. E’ successo tanti anni fa, ora Fortuna sarà in prati ancora più verdi a correre, ma per me continua ad abitare il mio cuore come se fosse il primo giorno di vita insieme.
Per lei ho cominciato la mia battaglia, una delle tante, contro il maltrattamento degli animali e difendere i loro diritti.
Per la legge l’animale è una “cosa”.
Ma allora perché soffre? E lo sappiamo tutti quante sofferenze vengono loro inflitte.
Cani e gatti randagi bruciati vivi, uccisi a calci, bastonati a morte, affogati, impiccati, cuccioli mutilati e seviziati, cavalli squartati, cani trascinati sull’asfalto da macchine in corsa.
E non è finita perché ora i cani e i gatti vengono rapiti, portati via per farne pellicce, cappotti, guanti e cappelli, colli e colletti di maglioni o giubbotti.
Ma aspettate, l’importante è che vengano etichettati come contenenti “animali domestici”.
Per non parlare di quello che avviene nei confronti di anatre e oche per fare il gustosissimo fois gras!
Immersione in un bagno di acqua elettrificata.
Durante l’immersione gli animali si dibattono in modo convulso e le sofferenze proseguono fino allo sgozzamento.
Mentre l’ingozzamento viene praticato attraverso un tubo metallico di circa 28 cm di lunghezza infilato nella gola causando lesioni e fratture del collo e lesioni del gozzo con conseguenti infezioni e soffocamenti, confinate poi in gabbie dove è impossibile muoversi e ingrassano a dismisura per il nostro palato.
Beh!… Buon appetito!
In fondo poi quando ci servono il fois gras non è che una “cosa”. E questi sono solo pochi esempi perché potrei proseguire con i maiali, le pecore, i cavalli, le scimmie.
Certo ognuno poi è libero di scegliere le proprie battaglie, ammesso che voglia e creda nelle battaglie, ma penso che un po’ di coscienza sia necessaria.
Forse sarebbe necessario anche un po’ di stretta convivenza con quel mondo animale del quale sappiamo poco e ancor di meno rispettiamo.
Il testo di legge “Disposizioni a tutela degli animali” è giunto a metà del suo percorso, alcune voci devono essere inserite e se grazie anche alla nostra volontà, affiancandoci alle associazioni animaliste, verrà approvato, rappresenterà un fondamentale passo avanti per i diritti degli animali.
Animali o “cose”? Dipende solo da noi.
Io sono per il rispetto del diritto alla vita di ogni essere vivente.
E Fortuna mi ha insegnato con i suoi grandi occhi neri a riconoscere l’amore di coloro che non parlano la mia lingua ma più di me sanno amare incondizionatamente.