DOLORE E RABBIA!

E’ con il cuore affranto che scrivo questo mio pensiero che spero possa trovare tante o tanti di voi concordi.
Abbiamo costruito un mondo che si sta autodistruggendo, autoeliminando nel modo più violento.
Certo già dai tempi di Cristo, quella violenza e quella ferocità con la quale si scagliarono contro di Lui, prima ancora di voler capire e approfondire con il dialogo, il sadico piacere di sentirsi i più forti e poter quindi sfogare tutta la propria rabbia, rancore, paura, frustrazione su un inerme, dimostravano che nell’uomo l’odio ha radici profondissime tali da non essere capaci persino di riconoscerle.

Basta una motivazione, un ideale, un fanatismo cieco che quest’odio assume delle proporzioni gigantesche.
Noi stiamo vivendo un momento drammatico in cui non ci sono più, o meglio non vogliamo, più trovare dei riferimenti e cosi ci lasciamo andare ai sentimenti più biechi.
Leggere il giornale o ascoltare il telegiornale è diventato un elenco di corpi senza vita, abbandonati al proprio destino.

Parlo dell’Iraq, della Cecenia, della Somalia, della Liberia, (e troppe altre nazioni sono immerse in guerre intestine) ma parlo anche della nostra Italia dove ormai premere il grilletto di una pistola o di un fucile (dipende dalla regione in cui ci si trova) è diventato un gesto abituale, per rubare, per difendersi, per vendicarsi..o quant’altro.
Per non parlare delle macabre scoperte di corpicini di neonati gettati nei cassonetti o chiusi in sacchetti di plastica ed abbandonati come fossero rifiuti.

Ma come è possibile, ma come si può arrivare a tanto?
Ma cosa c’è dentro di noi che scatena un’azione così orrenda?
Chi ci da il diritto di credere che quella sia l’unica scelta da applicare?
Sulla base di quale criterio io mi posso permettere di sparare in faccia ad un uomo solo perché mi voglio vendicare di fatti accaduti anni prima?
E’ accaduto al sindaco di Rende e al ragazzino in Sardegna.

Ora quello che sta succedendo in Iraq è di una gravità estrema ed io non voglio mettermi a discutere di politica, vorrei semplicemente affrontare il tema umano.
Se qualcuno sta sbagliando c’è qualcun’ altro che paga con la sua vita.
Per me questo è inconcepibile!
E non mi basta che si provi dolore o riconoscimento per l’italiano o per il giapponese o l’inglese.
Tutto questo non doveva succedere. Tutto questo poteva essere evitato, forse, con il dialogo, la comunicazione, uno scambio anche se estremo di opinioni.
Lo scontro deve essere verbale e non mortale. Ormai si innescata la linea della vendetta che può solo portare tanto altro sangue.

La Passione di Cristo (il film di Mel Gibson, ma che altro non è che la verità) ci ha messi di fronte a quanto l’essere umano può diventare brutale nel suo odio incontenibile.
Perché non soffermarci a pensare un po’ di più all’amore che è in noi e cercare di sfogarlo verso tutti coloro che hanno bisogno.
Io voglio continuare a credere che potrebbe esserci un mondo migliore.
Dipende solo da noi.