ESTATE ED ANSIA

L’estate, soltanto un mese, anche meno.
Ma il sole non si concede ancora con costanza ed allora possiamo forse rimandare.
Ansia, l’ansia di mostrarsi.
Conoscere così esattamente i propri difetti, o presunti tali, da sapere esattamente dove gli altri li andranno a cercare e dove li troveranno.
Mangia per vivere, non vivere per mangiare: un proverbio di stringente logica, quasi banale nella sua ovvietà, eppure sempre più distante da noi.

Ci accorgiamo, o forse più semplicemente ci convinciamo, d’avere difetti fisici che è assolutamente necessario combattere: qualche chilo in più, un eccesso di rilassatezza muscolare?
E questa è la partenza, la partenza è la realtà, il percorso, poi, arriva ad essere a tal punto distante da essa, che diventa impossibile ricordare e, ricordando, resta comunque impossibile collegare.
Un percorso che si dirama in due strade.
Prima strada: devo eliminare tutti questi chili di grasso che impediscono al mio corpo d’essere accettato.
Seconda strada: i chili di grasso che impediscono al mio corpo d’essere accettato non sono eliminabili, pertanto, tanto vale continuare a mangiare, cominciare ad ingozzarsi.
Una storia, per ognuna delle due strade. Una storia che, in entrambi i casi, non è un’estremizzazione, anche se vorremo disperatamente credere il contrario.

Prima strada, una storia: Sara, 25 anni; è alta un metro e 70, pesa 40 chili, è sola, a casa, di notte, e conta le prugne che mangerà domani, sta per morire, ma è convinta sia necessario continuare a non mangiare, per dimagrire ancora.
Seconda strada, una storia: Sara, 25 anni; è alta un metro e 70, pesa 160 chili, è sola, a casa, di notte e prende a martellate le lasagne surgelate che affollano il suo freezer, ingoiando pezzi di ghiaccio, sta per morire, ma è convinta che ormai sia inutile smettere di mangiare.

Due paradossi che nascono dalla realtà, due paradossi che nella realtà, parallelamente e disperatamente, si impediscono di vivere.
Due strade fanno sempre intravedere una scelta, ed una scelta ci indurrebbe a pensare alla libertà.
Due strade che in questo caso vanno nella stessa direzione: l’annullamento di sé.

L’estate, soltanto un mese anche meno, possiamo già passeggiare, in una strada, un’altra, sentire il sole che ci accarezza e, in quel calore, togliendoci il maglione che copre il nostro corpo, sentir nascere, crescere, la voglia di abbracciarci, di stringerci.