MERAVIGLIOSO AMORE

Questa è la storia di…
No, non posso raccontare di Fortuna ed escludere Mia. Non posso descrivere Nuvola senza dire chi è Lillo.
Né scrivere di Nerone escludendo Ruffi. O narrare di Lessi dimenticando Pepette! Trentadue zampe, otto code, sedici occhi. La mia vita con loro in un unico continuo, perpetuo, assoluto “meraviglioso Amore”.
Tutto cominciò in quel bar, tanti anni fa:
“ Nonna posso accarezzarlo?” Se ne stava accucciato dietro il bancone. Era una nuvoletta di pelo bianco. Un musino piccolo con due occhietti vispi vispi cosi vispi che appena mi sono avvicinata…
“ahchh, ahhmm!!” Fu il suo saluto, un bel morso sul mio dito. Che dolore e quanto sangue. Anche una bella cicatrice che resiste al tempo. Fu quella la mia sfida: un cagnolino tutto mio per capirlo meglio. E così un giorno si esaudì il mio sogno. Avevo 8 anni quando Nerone fece il suo ingresso a casa nostra. Un barbone nero gigante, così gigante che quando mi si buttava addosso per farmi le feste era più alto di me. E io ero alta! Con lui ho conosciuto i primi giochi a terra, rotolandomi tra le sue zampe. Sulla sua pancia la mia faccia, e le urla di mia madre che pretendeva, almeno da me, un po’di responsabilità. Quante corse sulle spiagge del mio mare a Savona. Ma il destino me lo portò via presto, dopo qualche anno, per una brutta malattia. E fu il primo pianto per una “vita” che mi lasciava per sempre. Tra le lacrime si fece largo un cucciolo di collie, Lessie, che mi accompagnò per altri anni. L’adolescenza, età complicata, mi fu più lieta con lui, perché non ero più sola. A Lessie confidavo i miei segreti e i miei sogni. Sdraiato accanto a me, mi accarezzava il viso con la sua lingua, erano i suoi bacetti, quando per terra guardavo il soffitto bianco e sognavo…di cambiare il mondo . Sono passati gli anni e sono diventata grande. Il mondo non l’ho cambiato: “ vero Ruffi? Se no, non ti saresti trovato abbandonato sul nostro zerbino di casa a Milano! O forse chi ti ha lasciato a noi sapeva che ti avremmo amato fino all’ultimo dei tuoi giorni. Sapeva che ti avremmo trovato una sposa. Tu cocker spaniel nero andavi in matrimonio con una cockerina bianca e nera. Ricordi quando partii per Londra a studiare? Sentivo talmente tanto la tua mancanza che andai in un allevamento a cercare una femmina per te. Siete stati una coppia perfetta, un matrimonio durato 18 anni e cinque figli! Eravate il nostro orgoglio, mio, di mamma e papà. Lo so vi siete molto arrabbiati con me quando sono partita per Roma, ma non ho mai smesso di amarvi e poi sapevo che eravate il re e la regina di casa.”
Roma, giugno 1985. Canile municipale di Porta Portese. E’ in vigore la legge per sopprimere i cani detenuti nei canili. Mi chiedono di fare un servizio fotografico per denunciare e sollecitare una nuova legge contro la soppressione. Quante lacrime ho versato. Ma non sono uscita sola da quel lager: con me c’era Fortuna, meticcia color grigio focato. “ Senta mi scusi tra questi cani chi verrà salvato e chi soppresso?”- chiesi al direttore. “ Guardi quella bastarda tra due giorni sarà gassata, chi vuole che se la pigli!”- mi rispose. “ Apra immediatamente quella gabbia.” I miei occhi nei suoi, mi leccava le mani, terrorizzata. “Tu sei Fortuna, cucciola mia, non sarai più sola”. Per dieci anni abbiamo girato tutta l’Italia, in macchina, in camper durante le tournée teatrali. Nei grandi alberghi, io, Fortuna e il suo lettino! “ Perché hai mangiato quella schifezza in quel prato, amore mio? Perché la vita mi ha privata di te così insensatamente: un ossicino di pollo che perfora il tuo intestino. Te ne sei andata a soli dieci anni, tra le mie braccia, occhi negli occhi, hai esalato il tuo ultimo respiro”. Esiste una misura che quantifica le lacrime che ho versato per lei? Ma Fortuna non mi ha voluto lasciare nel dolore, mi ha presentato prima Nuvola, mista labrador di 30 giorni e due mesi dopo mi ha portato Mia, la principessa egizia: alta, lunga, color miele col muso da simil pastore. Vi presento “le bionde”. Si, ci chiamavano così, quando andavamo in giro noi tre. Per 14 anni, meravigliosamente insieme. Al mare, in montagna a sciare o passeggiare d’estate. A teatro e da amici. Sempre noi tre. “ Vieni Mia andiamo a nuotare… dai prendiamo il bastone al largo… sei fantastica, guarda tua sorella che pigrona che se ne sta lì sulla sabbia…Nuvolaaa, vieni anche tu, dai…Miaaa, la pigna…no, Nuvola non si ruba il panino del bambino, piantala che sei già cicciona…” Chiudo gli occhi e sento le sue zampe sul pavimento. Come in un film tutto ricomincia a vivere. Mia, è qui vicino a me, abbaia, vuole mangiare il biscotto, è gelosa di Nuvola… “La casa è piena delle tue foto. Il divanetto, la tua cuccia, dal quale regnavi sovrana ha un nuovo telo giallo sopra, lo vedi? profuma di te. Anche tu come Fortuna ti sei addormentata tra le mie braccia, il tuo muso nel mio collo, sentivo il tuo cuore battere vicino al mio, ti ho stretto con un amore infinito parlandoti dolcemente nell’orecchio mentre quell’ago ti regalava il sonno eterno.” Insufficienza renale fulminante. “Mi hai spaccato il cuore Mia”. Pensavo di essere ormai vaccinata al dolore, ma non è così. “E’ dentro di me quell’ultimo istante della tua vita e per sempre resterà. Lo so non devo piangere, scusami, tu sei stata molto felice con me. Ma mi manchi tremendamente. Ora che scrivo di te dopo quasi due anni è come se tutto stesse per accadere e mi viene un nodo alla gola. Addio Mia, tra gli ulivi riposi e il tuo sguardo felice illumina quella terra.”
Ora siamo rimaste in due, bionde, Nuvola ed io. Ma non ci annoiamo, anzi, c’è Lillo, il bianco selvaggio maremmano della Tuscia che impazza nella nostra vita! Ha tre anni, è pauroso, insicuro e ha tutta la vita davanti. E se la gode! Nuvola, con i suoi due interventi di torsione allo stomaco e i suoi 15 anni e mezzo resiste. “Highlander”, come la chiama la sua vet non ha perso le vecchie abitudini: mangiare, mangiare e venire a dormire sul letto dopo la pappa. Le piace tanto questa piccola coccola e la riceverà fino all’ultimo. “ Si Lillo anche tu sei bello, vieni cucciolo che coccolo anche te! Una vecchietta ed un giovincello. Ed io fra di loro che non smetto mai di dire: amori miei meravigliosi.